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Guccini Francesco 14 Giugno 1940

 

 

Cantautore con oltre trent'anni d'esperienza, il creatore di alcune delle piu' belle canzoni degli anni settanta.

Guccini ha scritto brani che hanno creato in un certo qual modo, la storia tra i cantautori Italiani: Guccini, Battisti, Bennato, De Gregori, Bertoli, Vecchioni e i Nomadi. I migliori Cantautori degli anni in cui, la musica aveva un significato profondo.

Storiche canzoni come Dio e' morto (criticata dalla chiesa e poi ricreditata), Aushwitz...Un poeta con l'abilita' di descrivere la realta' dell'essere, una descrizione profonda per chi ha bisogno di credere e di realizzare il proprio essere, con l'aiuto di una canzone.

 

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STORIA

Il primo gruppo vero e proprio in cui guccini iniziò a suonare con continuità era costituito, oltre a lui stesso, da Pier Farri, Victor Sogliani e altri due chitarristi. Il primo nome del gruppo era "Hurricanes", poi mutato in "Snakers". Il repertorio era costituito dai classici del rock, suonavano nei teatrini parrocchiali. L'unione con un altro gruppo modenese, i Marinos, dette origine al gruppo dei "Gatti", con un repertorio già più vasto e qualche prima canzone di "produzione propria". Si parla degli anni 1958-61. Dall'unione di questo gruppo con il gruppo dei "Giovani Leoni" nacquero gli "Equipe 84", uno dei gruppi beat più popolari in Italia nella seconda metà degli anni '60. Guccini rimase fuori dalla prima stagione musicale di tale gruppo in quanto era sotto militare. Finita la leva, decise però di non unirsi al gruppo per puntare seriamente sugli studi universitari. Nel frattempo però aveva iniziato per diletto a scrivere alcune canzoni che gli Equipe 84 vollero suonare. Tra le altre, Auschwitz, L'Antisociale, Il compleanno, La ballata degli annegati, Venerdì Santo (alcune uscite nei suoi dischi solo alcuni anni dopo). A seguire, Noi non ci saremo, Dio è morto, Noi, L'Atomica cinese, Per fare un uomo, Canzone per un'amica. E qui tra i suoi committenti si inserisce un altro gruppo appena nato che negli anni a seguire farà la storia della musica italiana: i Nomadi, tra i quali un amico di Francesco, Dodo Veroli.

A quei tempi si faceva poco caso al nome dell'autore di una canzone, se a suonarla era poi un complesso, e al Guccio interessava solo avere qualche lira per sostenere i propri studi. Anche il primo accordo editoriale vero e proprio prevedeva che tutto quello che FG produceva era di loro esclusiva proprietà, e in cambio a lui andava un compenso mensile (ottantamila lire, poi portate a cento e infine a duecento) che gli permetteva di risolvere senza problemi la sua vita universitaria. Questo è il motivo per cui molte canzoni da lui scritte non portano il suo nome, ma quello dei componenti del gruppo degli Equipe 84 (le coppie Lunero-Vandelli e Pontiak-Verona). Ci fu anche una causa, negli anni a venire, in cui la vertenza sull'attribuzione delle canzoni in questione si chiuse con un accordo economico tra le parti. Dal punto di vista legale, quindi, alcune tra le più famose canzoni del Guccio portano ancora oggi quelle strane firme (molti pensano si tratti di nomi d'arte dello stesso FG). Per esempio Auschwitz porta la firma definitiva di Lunero (nome d'arte di Iler Pataccini) e Maurizio Vandelli!

Poi, sotto insistenza di Dodo Veroli e per la soddisfazione di poter dire "anch'io ho fatto un disco", venne Folk Beat n.1, ma erano ancora tempi in cui il Guccio sognava una carriera da insegnante o, magari, da ricercatore universitario. Non pensava di vendere, e non fece nessun tipo di promozione all'uscita del disco.

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